I danni provocati dal Radon

Poiché il Radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno, in quanto emettitore di particelle alfa. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigarette. Anche se la prima ipotesi di un legame tra esposizione ad alti livelli di radon e insorgenza di tumore polmonare risale al 1901, il Radon è stato incluso dall’OMS tra le sostanze evidentemente cancerogene solo nel 1988; solo dal 1993 la Commissione Internazionale per la Radioprotezione ha iniziato a emanare raccomandazioni concernenti il Radon nei luoghi chiusi o “confinati”, mentre l’entità del rischio, ossia una sua quantificazione, sia pure con notevoli incertezze, è stata valutata in modo sufficientemente certo solo a partire dal 1997, utilizzando sia dati su minatori di miniere sotterranee sia studi specifici su donne casalinghe non fumatrici. Sia i raggi gamma che i “pezzi”, (particelle alfa se pesanti e particelle beta se leggeri), attraversando la materia vivente possono danneggiarne le cellule, con effetti immediati (ustioni, dermatiti) o tardivi (leucemie, tumori, danni nelle generazioni successive) : i danni indotti dal radon appartengono alla categoria dei danni tardivi. I danni tardivi sono effetti soggettivi in una certa misura casuali: qualcuno si ammala, qualcuno no, qualcuno si ammala per una dose bassa, qualcuno per una più alta. Questa è una caratteristica intrinseca della malattia tumorale, che per sua natura è probabilistica.

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